Skip to main content

Conferenza e presentazione del libro "Sos Stato di Diritto"

Lo scorso 7 aprile, la Sioi – la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale – ha organizzato la conferenza relativa alla presentazione del libro “Sos Stato di Diritto” contenente gli atti del convegno dal titolo “Universalità dei diritti umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del diritto alla conoscenza”, organizzato dal Partito Radicale Nonviolento assieme a “Non c’è pace senza Giustizia” e “Nessuno tocchi Caino”, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale lo scorso 27 luglio presso il Senato della Repubblica.

Avendo già partecipato al suddetto convegno, anche in questa occasione la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (Lidu Onlus) ha ritenuto importante prendere parte ad una conferenza volta a far conoscere l’importanza della battaglia per l’affermazione del diritto umano alla conoscenza. Come evidenziato dal presidente della Sioi, Franco Frattini, il diritto alla conoscenza si declina in diversi modi. In particolare, si è fatto riferimento al diritto alla coscienza quale diritto di ciascuno di noi a conoscere le decisioni stabilite dai governi al fine di ricostruire il percorso che ha condotto a quella specifica deliberazione. È evidente come il diritto alla conoscenza così declinato rappresenti un aspetto fondamentale dello Stato di Diritto, senza il quale esso non può dirsi pienamente realizzato.

A tal proposito, Frattini ha citato una vicenda di estrema attualità che oggi investe pienamente tale diritto: il caso Regeni, in cui lo Stato italiano sta rivendicando il diritto a conoscere in base a quali atti ed omissioni si è giunti alla tortura e alla barbara uccisione del nostro giovane connazionale. “L’Egitto dimostri di essere Stato di diritto, altrimenti i rapporti fra il nostro Paese e il governo egiziano dovranno essere rivisti”, ha concluso con fermezza l’ex ministro degli Esteri.

Un passaggio importante della conferenza è stato rappresentato dal messaggio di Marco Pannella, il vero “animatore di tutto questo lavoro”, come lo ha definito Matteo Angioli, membro del Consiglio generale del Partito Radicale, fra i principali curatori del libro e dell’intero progetto. Pannella ha evidenziato come quella per lo Stato di Diritto e per il diritto alla conoscenza sia una lotta che deve essere portata avanti oggi, poiché “il diritto vive come legge non come richiamo astratto di tipo legale”. Quindi, Angioli ha ripercorso le tappe fondamentali di questa battaglia iniziata nel dicembre 2013 e proseguita con la redazione di un progetto di risoluzione da proporre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un progetto che ha visto il contributo di giuristi ed esperti di politica estera e che oggi si avvale della collaborazione anche della Società italiana per l’organizzazione internazionale (Sioi), Istituto affari internazionali (Iai).

Un ulteriore banco di prova di questa iniziativa transpartitica sarà rappresentato il mese prossimo quando, come annunciato dallo stesso Angioli, una delegazione formata da membri del Partito Radicale Nonviolento assieme a Non c’è Pace senza Giustizia e Nessuno tocchi Caino si recherà nella sede delle Nazioni Unite di Ginevra per evidenziare un primo campanello di allarme nell’erosione dello Stato di diritto che trova molti esempi nel mondo. Questo partendo dal presupposto che lo Stato di Diritto e la Democrazia non devono essere intese come una conquista ottenuta una volta per sempre, ma come un cammino fatto di stratificazioni successive in cui è necessario andare avanti; concetto evidenziato da Benedetto Della Vedova, intervenuto in qualità di sottosegretario di Stato del ministero degli Affari Esteri e fra i promotori dell’iniziativa.

Ma quali sono i contenuti essenziali della risoluzione sul diritto alla conoscenza? Sul punto sono intervenuti Francesca Graziani e Natalino Ronzitti, rispettivamente professore associato e professore emerito di Diritto internazionale, i quali hanno posto l’accento sull’autonomia che tale diritto deve avere rispetto al diritto all’informazione, al diritto alla verità e al diritto d’opinione, attenendo strettamente al rapporto fra lo Stato ed il cittadino. Infatti, affinché i cittadini partecipino pienamente alla cosa pubblica, è fondamentale che essi abbiano la possibilità di controllare l’operato dei pubblici poteri in maniera trasparente. A loro volta le autorità pubbliche hanno il dovere di rispettare tale diritto. Un diritto, quello alla conoscenza che così com’è concepito non può che trarre la sua linfa vitale dalla forza creativa del dialogo, come evidenziato da Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno tocchi Caino.

Tuttavia, per potersi esplicare pienamente il diritto alla conoscenza non può e non deve prescindere dal diritto all’educazione, come evidenziato dall’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, S.E. Hassan Abouyoub nella sua relazione: “Prima dei diritto alla conoscenza è fondamentale il diritto all’educazione, perché una persona formata è in grado già di differenziare fra buona e cattiva informazione”. Ciò, ha spiegato l’ambasciatore, vale soprattutto nel mondo digitale in cui spesso non siamo preparati a canalizzare la molteplicità di informazioni da cui siamo investiti. Quindi, l’ambasciatore ha sottolineato la necessità di rivedere il ruolo dello Stato nella società civile al fine di creare un sistema multilaterale capace di gestire le sfide comuni, quali la conoscenza.

Infine, sull’importanza della campagna per portare il diritto alla conoscenza all’attenzione del Parlamento dell’Uomo quale è l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si è espresso anche Giulio Terzi di Sant’Agata, oggi presidente del Global Commitee for the Rule of Law, il quale l’ha definita come “una battaglia che rappresenta l’opera omnia dell’impegno politico di Marco Pannella per arrivare a una democrazia più compiuta, basata su un’opinione pubblica razionalmente formata”.